Virginia Campbell era una ragazzina di undici anni che viveva nel villaggio di Sauchie nella Scozia Centrale. Figlia più piccola di una coppia anziana di contadini iniziò a ricevere le visite di un poltergeist che la seguiva anche a scuola.
La bambina era momentaneamente a casa del fratello maggiore e della cognata mentre i genitori ultimavano il trasloco per trasferirsi dall’Irlanda alla Scozia, appunto. Virginia dimostrava più della sua età, ma oltre a questo non aveva nulla di particolare.
Aveva un’intelligenza pronta e vivace, amava scherzare, ma era anche timida. Una sera di novembre la ragazzina scese al piano di sotto lamentandosi dei rumori che sentiva nella sua camera e che le impedivano di dormire.
Raccontò di una palla che rimbalzava. Il mattino dopo il fratello e la cognata affermarono di aver visto muoversi una credenza che nessuno stava toccando. Fecero chiamare il pastore del paese che arrivò per indagare sui fenomeni.
Mentre l’uomo di chiesa era lì udì dei colpi e vide un grosso baule pieno di biancheria lievitare. La sera dopo fu la volta di un cuscino di muoversi senza essere nemmeno sfiorato da mano umana. Il poltergeist seguì Virginia anche quando andò a scuola.
Faceva sussultare il suo banco, poi anche altri. Con il passare dei giorni si fece più spiritoso, fece cadere un’asta e girare su se stessa la cattedra della maestra. La situazione si faceva pesante e Virginia fu mandata a casa di una zia in una citta vicina.
I colpi e i rumori continuarono tanto che riuscirono a registrarli su nastro. La ragazzina infine tornò a Sauchie e piano piano i fenomeni cessarono, come i momenti di trance in cui cadeva l’adolescente e nei quali ripercorreva la sua vita nel paese d’origine e parlava del suo cane e di un’amica del cuore. Con il passare del tempo Virginia divenne meno timida e del poltergeist non si ebbe più notizia.