Ho raccontato di sogni premonitori e sogni dai quali personaggi famosi della storia prendevano le loro decisioni, ma non sono stati gli unici. Anche molti artisti hanno trovato nei sogni risposte e chiavi di lettura.
Per altri i sogni sono stati anche di ispirazione per racconti, tra questi c’è Robert Louis Stevenson che affermò di aver scritto interi racconti sognando. Le sue ispirazioni erano dovute a quelli che lui chiamva folletti, o gnomi, che popolavano le sue visioni e lo aiutavano a trovare una storia quando la sua mente sembrava incepparsi.
Nei suoi sogni Stevenson vedeva questi folletti e gnomi interpretare ruoli per fornirgli la trama del racconti che puntualmente lui scriveva da sveglio. Durante la notte gli gnomi allestivano veri e propri film di cui lui capiva il senso solamente alla fine.
Una volta a Stevenson capitò di essere bloccato su un racconto che desiderava scrivere, ma sul quale non riusciva ad avere un’ispirazione. Voleva parlare di un uomo con una doppia vita, ma il suo estro sembrava prosciugato. Poi sognò le scene del romanzo che scrisse nei giorni seguenti, un romanzo che è un classico dell’orrore.
È uno dei film più conosciuti al mondo: Dottor Jeckyl e mister Hyde. Lasciamo per ora la scrittura e passiamo ad altra arte, quella della musica. Qui sono stati Schumann e Richard Wagner a sostenere di aver avuto idee di composizioni in sogno. Per Wagner le sue idee musicali a volte prendevano vita durante dei momenti di trance o quei momenti che separano la veglia dal sonno.
Nella sua autobiografia Wagner scrisse di aver avuto una specie di allucinazione dalla quale scaturì la musica che poi divenne un motivo della quadrilogia, L’anello del Nibelungo, c’è anche stato un compositore che affermò di aver stretto un patto con il Diavolo, ma non di quelli pieni odio sangue e violenza, bensì di altro genere.