Hyslop accompagnò Thompson da alcuni medium che potevano essere ritenuti attendibili e non fornì a nessuno indizi sul problema, presentandolo persino sotto falso nome. In teoria l’orafo era solamente in preda ad allucinazioni e dalle sedute spiritiche che fecero non risultò nessun contatto con un morto.
Poi però uno dei medium che contattarono affermò di aver visto una presenza, la figura di un uomo alle spalle di Thompson, che era un appassionato di di pittura. A marzo di quell’anno si recarono a Baston, da una medium di nome Chenoweth. Lo spirito guida della donna sembra parlò con Gifford, ma senza che il nome del pittore fosse menzionato.
Sunbeam, lo spirito guida, riferì tantissimi particolari che solo Gifford poteva conoscere, compresa la frase che l’orafo aveva sentito sul continuare l’opera del pittore. Thompson andò poi a visitare luoghi dove era stato l’artista e qui riconobbe luoghi delle sue visioni. Nell’isola dove Gifford nacque lui stesso lo guidò vreso un tronco d’albero dove erano incise le sue iniziali.
Poi, subito dopo il viaggio, l’orafo tornò a New York. Sembrava che visitare i luoghi cari a Gifford e le sedute spiritiche gli avessero giovato e l’uomo si sentivo mentalmente meglio. Nel 1908 durante una seduta spiritica cruciale per la risoluzione del caso Gifforf, che si era più volte fatto riconoscere, ma senza dire il proprio nome, ne scirre le iniziali.
Da quel momento la sua presenza nella vita dell’orafo divenne sempre meno attiva, le comunicazioni si diradarono fino a quando Thompson ritrovò il suo equilibrio, anche se dichiarò di aver avuto contatti con il pittore fino agli anni Venti.
Thompson lasciò il lavoro e si dedicò alla pittura tanto che i “suoi” quadri vennero esposti in una nota galleria di New York. Hyslop era convinto che l’orafo fosse posseduto, ma altri parapsicologi hanno dato una spiegazione differente… (continua)